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19.11.2018

Imparare a giocare a golf: è davvero uno sport così difficile?

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Luogo comune o in effetti imparare a giocare a golf richiede abilità al di sopra della media, rispetto ad altri sport? Spesso è una scusa addotta per giustificare qualche lacuna nella tecnica di gioco o invece esiste una difficoltà oggettiva da mettere in conto, se si vuole iniziare a praticare questo sport con serietà?

Ecco le risposte a queste domande.

Il golf è uno sport difficile: i consigli per imparare a giocare

Non esiste uno studio scientifico al riguardo ma, dal punto di vista tecnico, il golf è senza dubbio da classificare tra gli sport più impegnativi da praticare (secondo forse solo al salto con l’asta!). Questo perché richiede non solo un'adeguata preparazione fisica ma anche tanta concentrazione e un controllo del corpo costante.

Vediamo nello specifico, quali sono i fattori che concorrono ad elevare così tanto il grado di difficoltà di questo appassionante sport.

1. Movimento tecnico innaturale

A cosa ci riferiamo? Allo swing. Si tratta di un gesto sportivo che, a voler essere obiettivi, risulta in effetti complicato da apprendere e da padroneggiare.

Per conquistare un buon colpo di swing è davvero necessaria tanta pratica. Ma se l’impostazione iniziale, grazie all'istruttore, è quella giusta e l’impegno costante, allora i risultati non tarderanno ad arrivare. In questo caso, a remare contro ci sono:

  • la tensione muscolare continua
  • le convinzioni psicologiche limitanti

Vedremo nel proseguo dell’articolo, come affrontare con successo entrambi gli aspetti.

2. Sforzo fisico costante per lungo tempo

Il golf è l’unico sport che non impone limiti d’età per praticarlo: è possibile giocare fino a 90 anni! Sarebbe un errore però considerarlo alla stregua di un passatempo per la terza età. Mettersi in gioco per ore (anche 5 di seguito) nel corso di una competizione, significa mettere a dura prova corpo e mente. Lo sforzo fisico non è ad alto impatto ma la resistenza richiesta è notevole, così come la concentrazione (soprattutto quando sopraggiunge lo swing…).

3. Altre tipologie di variabili

Ci sono altre variabili da tenere in considerazione, ognuna delle quali può cambiare l’impatto ottenibile sulla pallina. In alcuni casi parliamo di variazioni impercettibili!

  • condizioni fisiche (flessibilità, livello di allenamento)
  • condizioni meteorologiche (pioggia, sole o vento)
  • disponibilità di materiali (il tipo di terreno su cui si gioca, l’attrezzatura a disposizione)
  • stato mentale (minore o maggiore concentrazione, motivazione, fiducia in se stessi)

Cosa ci limita nel golf e nello sport? Gli ostacoli mentali da rimuovere per iniziare a giocare

Esiste una sorta di psicologia del vincitore? Ovvero quanto conta la motivazione personale e le convinzioni potenzianti per avere successo nel golf? A quanto pare è proprio questo l’aspetto differenziante tra i giocatori di diversi livelli di bravura: i professionisti del settore infatti sostengono che le condizioni psicologiche influiscono fino al 70% sulla performance in campo.

L’obiettivo da perseguire nella pratica dello sport in generale -e del golf per quanto ci riguarda da vicino- è il raggiungimento della prestazione ottimale, che si concretizza in un lavoro quotidiano per esprimere il massimo del nostro potenziale. Questo momento di “alta prestazione” si raggiunge solo quando corpo, mente ed emozioni sono allineati e lavorano in sinergia.

Ecco quali sono i tre ostacoli principali al raggiungimento della massima prestazione possibile, insita in ognuno di noi.

  • Non crederci fino in fondo (o crederci ma senza avere una chiara conoscenza di cosa stai per affrontare)
  • Non programmare una preparazione adeguata
  • Non recuperare a sufficienza e non riposarsi mai

Riconoscere il momento di crisi è il primo passo verso il miglioramento. In seguito sarà necessario ricercare un valido coach a cui affidarsi e sperimentare le diverse tecniche per sbloccare lo stato mentale del golfista in difficoltà.

Tra le principali, esaminate dall’autore Willy Pasini, segnaliamo:

  • il training autogeno
  • il rilassamento per le tensioni muscolari
  • la desensibilizzazione sistematica
  • il biofeedback
  • la sofrologia
  • la floriterapia

Verrebbe da pensare... se non siano proprio queste molteplici difficoltà a rendere il gioco del golf così attraente ed eccezionale!

A questo proposito, concludiamo con una curiosità. Non tutti i green sono uguali e nemmeno tutte le buche da giocare. Per ogni buca c'è un percorso diverso da affrontare, sia dal punto di vista della lunghezza che dell'orografia. Alcune di queste però sono a dir poco strabilianti...  Un esempio? La buca ad oggi considerata la più difficile al mondo è quella del Legend Golf & Safari Resort in Pretoria, Sud Africa. Si accede solo in elicottero, ha una lunghezza di 361 m e un dislivello di 400 m (ed è un par 3). Senza arrivare a tanto però, possiamo ottenere il massimo della gratificazione già raggiungendo un par sul nostro campo da golf!

Quel che è certo è che aumentare la conoscenza e informarsi equivale ad innalzare anche il livello di consapevolezza delle difficoltà in chi si avvicina per la prima volta a questo sport. Per tutti gli altri, già praticanti da tempo, l'incitamento è a perseverare, nonostante la fatica nell'ottenere miglioramenti, perché solo la pratica continua e l'introspezione costante riusciranno a farci avvicinare sempre di più al traguardo della perfezione che tanto ammiriamo nei professionisti.